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Bere caffè riduce il rischio di problemi cardiaci, rivela un nuovo studio

Secondo un nuovo studio, bere da due a tre tazzine al giorno di caffè può proteggere dalle malattie cardiovascolari e da una morte precoce

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Tazza di caffè
Tazza di caffè

Secondo un nuovo studio, bere da due a tre tazzine al giorno di caffè può proteggere dalle malattie cardiovascolari e da una morte precoce. L’autore dello studio, Peter Kistler, responsabile della ricerca in elettrofisiologia clinica presso il Baker Heart and Diabetes Institute e responsabile dell’elettrofisiologia dell’Alfred Hospital di Melbourne, ha affermato come i risultati della propria analisi abbiano suggerito come “l’assunzione da lieve a moderata di caffè macinato, istantaneo e decaffeinato dovrebbe essere considerata parte di uno stile di vita sano“.

I ricercatori hanno infatti rilevato “riduzioni significative” del rischio di malattie coronariche, insufficienza cardiaca congestizia e ictus per tutte le varietà di caffè. Tuttavia, solo il caffè macinato e quello istantaneo con caffeina hanno ridotto il rischio di un battito cardiaco irregolare (aritmia). Il caffè decaffeinato non ha invece ridotto tale rischio, secondo lo studio pubblicato mercoledì scorso sull’European Journal of Preventive Cardiology.

Ricordiamo come studi precedenti abbiano inoltre rilevato come quantità moderate di caffè nero – tra le 3 e le 5 tazzine al giorno – riducano il rischio di malattie cardiache, oltre che di Alzheimer, Parkinson, diabete (come riportato in questo articolo), malattie epatiche e cancro alla prostata.

Il caffè macinato riduce maggiormente il rischio

Per arrivare alle valutazioni sopra sintetizzate, lo studio ha utilizzato i dati della UK Biobank, un database di ricerca che conteneva le preferenze sul consumo di caffè di quasi 450.000 adulti che non soffrivano di aritmie o altre malattie cardiovascolari all’inizio dello studio.

I soggetti sono stati suddivisi in quattro gruppi a seconda delle loro preferenze:

  • caffè macinato con caffeina
  • caffè decaffeinato
  • caffè istantaneo con caffeina
  • niente caffè.

Ebbene, dopo una media di 12,5 anni, i ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche e di morte per verificare la presenza di aritmie, malattie cardiovascolari, ictus e decessi. Dopo aver regolato l’età, il diabete, l’etnia, l’ipertensione, l’obesità, l’apnea ostruttiva del sonno, il sesso, lo stato di fumatore e il consumo di tè e alcol, i ricercatori hanno rilevato come tutti i tipi di caffè fossero connessi alla riduzione della morte per qualsiasi causa.

Ora, il fatto che sia il caffè con caffeina che quello decaffeinato abbiano dato risultati positivi potrebbe suggerire – secondo i ricercatori – che non è semplicemente la caffeina che potrebbe spiegare la riduzione del rischio associato.

Gli studiosi sottolineano infatti come la caffeina sia il componente più noto del caffè, ma come la bevanda contenga in realtà più di 100 componenti biologicamente attivi. È dunque probabile che i composti non contenenti caffeina siano responsabili delle relazioni positive osservate tra il consumo di caffè, le malattie cardiovascolari e la maggiore speranza di vita.

Ciò premesso, lo studio ha affermato che il consumo di due o tre tazzine di caffè al giorno sia ricollegabile alla maggiore riduzione del rischio di morte precoce, rispetto alle persone che non bevevano caffè. Il consumo di caffè macinato ha in particolar modo ridotto il rischio di morte del 27%, seguito dal 14% del caffè decaffeinato e dall’11% del caffè istantaneo con caffeina.

Di contro, il legame tra caffè e riduzione del rischio di malattie cardiache e ictus non è stato altrettanto solido: bere due o tre tazze al giorno di caffè macinato riduceva infatti il rischio del 20%, mentre la stessa quantità di caffè decaffeinato riduceva il rischio del 6% e quello istantaneo del 9%.

I dati cambiano ancora, infine, se si valuta l’impatto del caffè sul battito cardiaco irregolare: in questo caso, infatti, quattro o cinque tazzine al giorno di caffè macinato con caffeina riducevano il rischio del 17%, mentre due o tre tazze al giorno di caffè istantaneo riducevano la probabilità di aritmia del 12%.

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