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Quali sono le fonti di inquinamento peggiori?

Allevamenti intensivi, cosmetici, plastica: come arginare le fonti di inquinamento

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Sono stati scritti fiumi di parole sull’inquinamento. Anche i più recalcitranti, infatti, hanno capito che, continuando di questo passo, il pianeta avrà vita breve. Ciò significa che bisogna agire il prima possibile, provando ad arginare tutte quelle fonti di inquinamento che stanno mettendo a soqquadro l’ecosistema.

Ma quali sono? Eccone alcune

Gli allevamenti intensivi

Non si tratta che tutti debbano diventare vegetariani o vegani. Ma si tratta di, almeno, avere un consumo di carne sostenibile e dire basta agli allevamenti intensivi. Almeno per come sono concepiti attualmente. Infatti, secondo diversi dati, anche a causa dell’allevamento intensivo la foresta Amazzonica sta riducendo sensibilmente i suoi spazi e che, ormai, milioni di ettari in Africa sono destinati solo all’allevamento intensivo. E se si pensa che l’Africa, così come il Brasile, sia un paese lontano e quindi non ‘tocca’ l’Italia, ci si sbaglia di grosso. Il problema è mondiale.

Anche perché non è solo un fatto di utilizzo del suolo. Per sfamare la parte ‘occidentale’ del mondo, purtroppo, gli animali vengono anche allevati con dei farmaci, spesso pericolosi per la nostra salute. Al di là di questo aspetto, comunque, c’è da sottolineare che i farmaci devono essere comunque smaltiti da qualche parte. Tutto qua? No! Perché in tempi di siccità, il consumo di acqua per produrre un chilo di carne bovina è pari a 15mila litri. Tantissimo.

E, infine, sembra che le deiezioni degli animali non siano così fertilizzanti. Proprio a causa dei concimi chimici usati!

I cosmetici

Non ci avevi mai pensato vero? Ebbene sì, tra le forme inquinanti per la terra ci sono i cosmetici. E sono anche più pericolosi di altri aspetti della nostra vita. Ad esempio, ecco come i cosmetici inquinano più dei trasporti. Sì, proprio dei trasporti. Il motivo? L’industria dei cosmetici comprende diversi rami che, messi insieme, possono davvero spostare l’equilibrio. Purtroppo dalla parte sbagliate.

In primis, bisogna considerare le materie prime, sia la loro estrazione che la loro lavorazione. Inoltre, a ciò si deve aggiungere il packaging. Certo, negli ultimi anni il packaging è stato ridotto ed è diventato sempre più sostenibile. Ma dopo anni e decenni in cui le confezioni venivano realizzate con i materiali più impensabili. E altamente inquinanti.

Ovviamente, da considerare anche il trasporto stesso, soprattutto per quanto concerne i rivenditori, visto che la gran parte del traffico merci in Italia avviene su gomma. Infine, come per tutti i prodotti, anche l’utilizzo del prodotto fa la differenza.  Che, comunque, viene gettato una volta usato (nella migliore delle ipotesi viene smaltito nella differenziata ma non sempre succede).

La plastica

La plastica, purtroppo, va menzionata sempre quando si parla di Inquinamento. Perché, dopo l’isola di plastica dell’Oceano Pacifico con 3 milioni di tonnellate e mezzo di plastica, appunto, si è creata un’altra isola gemella nell’Oceano Atlantico.

Hanno una estensione così elevata che, insieme, sono grandi quanto l’Europa. Una diffusione della plastica così elevata che spesso si trovano tracce anche nel nostro organismo e sembra che siano anche una delle concause di malattie come il diabete e gli infarti.

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