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No al MES, tra polemiche e la Politica

Il Parlamento italiano rifiuta il Mes, scatenando critiche da opposizione e media verso il Ministro dell’Economia Giorgetti, accusato di indecisione e pressato a dimettersi.

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Il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (© governo.it)
Il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (© governo.it)

L’Italia si trova al centro di un dibattito cruciale, segnato dal recente rifiuto del Parlamento di ratificare il Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes). Questa decisione, giunta in un contesto di crescente tensione e immediatamente dopo l’accordo sul Patto di stabilità, non solo ha sorpreso ma ha anche polarizzato l’opinione pubblica e le forze politiche. Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si trova sotto il fuoco delle critiche, accusato di essere un’incarnazione di indecisione e di avere contribuito a una figuraccia internazionale per l’Italia.

Paradigma politico e la statura di Giorgetti

Giorgetti, precedentemente lodato per il suo europeismo durante il governo Draghi, è ora visto come l’emblema di un’Italia inaffidabile. Accusato di tentare di scambiare il Mes con condizioni più favorevoli nel Patto di stabilità, e poi di ritrattare per ripicca, il suo percorso politico illustra la volatilità e la complessità delle dinamiche europee. Le richieste di dimissioni sottolineano la profonda agitazione e la delusione di un mondo politico ed economico che ha da tempo investito nell’integrazione europea.

Il rifiuto italiano del Mes non è solo una questione nazionale ma riflette uno scenario europeo più ampio, dove le aspettative e le realtà si scontrano. Mentre alcuni Paesi non hanno mostrato particolare scandalo, in Italia la decisione ha scatenato un polverone, alimentato da un’opposizione mediatico-parlamentare che cerca di capitalizzare sulla coerenza di certi leader e sull’apparente incostanza di altri.

La dicotomia tra Parlamento e trattati

Giorgetti ha ribadito che la decisione finale spetta al Parlamento, sottolineando il rispetto per le istituzioni democratiche e la sovranità nazionale. Questa posizione, sebbene istituzionalmente corretta, ha intensificato il dibattito su responsabilità e autorità nel processo decisionale. La tensione tra il rispetto dei trattati e il ruolo del Parlamento nazionale è un tema che va oltre il caso italiano, toccando le fondamenta stesse dell’Unione Europea.

Il rifiuto del Mes da parte dell’Italia non è solo un evento isolato ma un sintomo di una sfida più ampia che l’Europa sta affrontando. La reazione a questo evento sottolinea la necessità di un dialogo più aperto e flessibile tra gli Stati membri. Giorgetti, al centro di questa tempesta, rappresenta il conflitto tra le aspettative europee e la realtà politica nazionale. Il futuro dell’Italia e dell’Europa dipenderà dalla capacità di navigare queste acque turbolente, bilanciando sovranità, cooperazione e stabilità. Questo episodio potrebbe segnare un punto di svolta, spingendo verso una riflessione più profonda sul significato dell’integrazione europea e sulle responsabilità condivise dei suoi membri.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Dino fortunato Domenico Caliman

    24 Dicembre 2023 at 14:19

    Questo in basso è l’andamento del prezzo del del BTP decennale italiano prima dell’ appuntamento sulla firma del MES e del pronunciamento delle agenzie di rating Americane.
    Ricorda quello che successe al tempo della crisi Greca e della attivazione del Fondo Salva Stati del Governo Berlusconi,con la pulzella di borgata ministro della gioventù.
    Notare la forte flessione della prima metà di ottobre.
    Viene da chiedersi chi ha continuato a buttare sul mercato una enorme massa di titoli italiani allo scopo di deprezzare.
    Di fatto qualcuno ha cercato alla vigilia del voto delle agenzie di rating Americane di spingerle verso un dowrating dell’Italia, facendo credere che il mercato avesse già deciso di fatto il declassamento
    A pensare male si fa peccato, ma questo,
    alla vigilia della ratifica del MES significa
    che il Governo Italiano,in caso di dowrating ,
    sarebbe stato messo nella situazione di Votare la riforma del Mes senza indugio allo scopo di cercare di ostacolare la frana.
    Evidentemente la Pulzella di Borgata ha fatto bene il suo lavoro negli USA mentre felicemente intrecciava la mano nella mano col presidente americano durante la sua visita alla Casabianca.
    Naturalmente,
    simpatica Pulzella a parte,
    per gli americani l’Italia,
    in questo contesto,
    è troppo importante per destabilizzarla,
    questo è stato un messaggio è un segnale che, obtorto collo,
    hanno prontamente recepito tutti.
    Come ai tempi pittoreschi e boccacceschi del Berlusca e del presidente Usa “abbronzato”,
    gli usa non hanno assecondato tedeschi e francesi ed i titoli di stato hanno decollato e non si sono fermati nemmeno quando il governo italiano ha puntato i piedi contro il MES.
    Questa volta il ricatto sui titoli di stato italiani non ha influenzato il nostro governo.
    Chi ha capito la faccenda adesso si sta felicemente riempiendo le tasche, intascando un bel 10 percento in un mese.
    Per la serie
    “Quando la finanza è in chiaro”
    ci sono i corsi ed i ricorsi storici.
    Tra la Merkel e Sarkozy ride bene chi ride ultimo.
    Così è se vi pare.
    Gualtiero Sans Avoir

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    requis

    24 Dicembre 2023 at 16:32

    Adesso Giorgetti rischia di diventare il capro espiatorio di una situazione che ha del serio e del ridicolo. Non è mai stato un uomo di punta, ma non lo sono nemmeno stati i suoi colleghi. Si è barcamenato, come la maggioranza dei parlamentari europei, attratti negli ultimi decenni più dai vantaggiosi emolumenti che dal desiderio di rappresentare seriamente il proprio Paese in quel consesso/cesso che in più occasioni si è rivelato il parlamento europeo. E’ evidente che, sia a Bruxelles che a Strasburgo, molti, troppi dei nostri “onorevoli” (?) non conoscono i regolamenti e le procedure e si affidano di norma a ciò che decide il partito o il movimento cui si ispirano. Si scambia con gran facilità ed assenza di cognizione il compromesso con l’intrallazzo, per poi rimangiarsi tutto, o parzialmente, quanto dichiarato, con un voltafaccia che richiede delle qualità innate e poi affinate nella frequentazione di certi ambienti. Nessuno di loro ha avuto il coraggio di parlare chiaramente quando si trattò di avversare leggi e regolamenti capestro per la nostra economia, libertà e quel poco di sovranità concessaci dai vari trattati, in uno sputtanamento collettivo. Tecnicamente mezze tacche e socialmente presenze parassite, tirano a campà.

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