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Gli acquedotti romani tra passato e presente: origine, funzione ed evoluzione

Viaggio attraverso gli acquedotti romani dalle origini all’epoca contemporanea, alla scoperta della storia e delle innovazioni che hanno caratterizzato queste strutture fondamentali per lo sviluppo della Capitale

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Gli acquedotti romani tra passato e presente: origine, funzione ed evoluzione
Parco degli Acquedotti a Roma (© Depositphotos)

Il noto appellativo di “Città eterna” non è l’unico a caratterizzare Roma fin dalle sue origini, chiamata anche “Regina aquarum” grazie allo stretto legame tra la Capitale e l’acqua iniziato con la fondazione e fortemente radicato ancora oggi.

Dietro l’epiteto di Regina delle acque si cela certamente la presenza del fiume Tevere, ma non solo: a Roma, infatti, è stata realizzata nell’arco di pochi secoli una grandiosa rete di acquedotti che ha reso possibile una disponibilità idrica senza precedenti.

Gli acquedotti romani costruiti nell’antichità, infatti, hanno rappresentato una risorsa fondamentale per lo sviluppo della città e ancora oggi contribuiscono a rendere unico e straordinario il suo patrimonio storico-culturale. Agli acquedotti più remoti si sono aggiunte, in epoca moderna, nuove e innovative opere idrauliche e ingegneristiche nate al fine di approvvigionare l’intera città.

Origine e storia degli acquedotti romani

Ci sono voluti circa 5 secoli per creare dal nulla una rete composta da undici acquedotti che attraversava Roma, partendo dal lontano 312 a.C. Abilissimi costruttori, infatti, i Romani ereditarono la perizia tecnica dagli Etruschi e riuscirono a sfruttare al meglio soprattutto le sorgenti sotterranee, realizzando sapienti opere di canalizzazione sia interrata sia aperta.

Già dall’antichità, inoltre, l’approvvigionamento idrico veniva considerato sia un servizio pubblico fondamentale per finalità igieniche, sia un’opportunità per abbellire la città con fontane monumentali e strutture termali.

Non tutti sanno, ad esempio, che l’Aqua Virgo inaugurato il 9 giugno del 19 a.C (l’unico tra gli acquedotti romani antichi che è in funzione ancora oggi) alimenta con le sue acque limpide alcune fontane artistiche che decorano il centro storico, tra cui la suggestiva Fontana di Trevi che beneficia di un potente getto continuo di portata pari a 120 litri al secondo.

Il fascino degli acquedotti monumentali

Molti degli antichi acquedotti romani, conservati solo parzialmente, sono diventati opere monumentali ancora oggi visitabili e localizzati in diverse zone della città.

Appartengono agli acquedotti monumentali, ad esempio, Anio Vetus (Aniene Vecchio), Aqua Marcia (Acquedotto dell’Acqua Marcia), Aqua Claudia (Acquedotto Claudio), Aqua Traiana (Acquedotto Traiano) e Aqua Alexandrina (Acquedotto Alessandrino): quest’ultimo è stato realizzato per volere di Alessandro Severo con il fine di assicurare l’approvvigionamento idrico alle Terme di Nerone, collocate in prossimità del Pantheon.

La distribuzione idrica nella Roma contemporanea

Risale al 1900, invece, la costruzione dell’acquedotto Peschiera-Capore che rappresenta una delle più importanti opere ingegneristiche dell’epoca moderna, avviata per far fronte alla notevole crescita demografica della Capitale.

La distribuzione dell’acqua a Roma si caratterizza ancora oggi per una notevole complessità; tuttavia, è proprio in virtù di questo aspetto e dell’importanza strategica che riveste per la Capitale che la rete idrica romana è sottoposta a frequenti e indispensabili lavori di manutenzione ed efficientamento.

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