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Fedriga reintroduce le Province cancellate da Serracchiani

Il consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia sarà chiamato a esprimersi prima di fine legislatura

Alessandro Cesare

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Massimiliano Fedriga
Massimiliano Fedriga (© ANSA)

TRIESTE – Quando mancano poco più di due mesi alle fine della legislatura di Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia (i cittadini torneranno al voto il 2 e 3 aprile), le forze di centrodestra alla guida della Regione hanno annunciato di voler reintrodurre le Province. Enti intermedi che l’ex presidente del Pd, Debora Serracchiani, ha cancellato con un colpo di spugna, facendo del Fvg l’unica regione senza Province e assecondando la spinta verso la spending review di quel periodo.

Oggi la giunta Fedriga ha creato le condizioni per il ripristino degli enti intermedi: dopo l’approvazione in via definitiva di un disegno di legge per reintrodurre il livello di governo intermedio nello Statuto regionale, il consiglio regionale sarà chiamato a esprimersi entro la fine del mese. E le neocostituite Province saranno elettive. Toccherà quindi ai cittadini, come avvenuto fino al 2018, scegliere presidente e consiglieri. Contrarie le opposizioni, con Pd e Movimento Cinque Stelle che annunciano battaglia.

Al di là delle diverse posizioni politiche, la cancellazione di questi enti di area vasta, ha causato più danni che benefici. Perché da un giorno all’altro Comuni e Regione si sono trovati a gestire migliaia di chilometri di strade e decine di edifici scolastici (solo per fare due esempi) senza avere alba su cosa davvero servisse per mandare avanti le cose al meglio. Un caos aggravato dall’inadeguatezza delle Uti, le Unioni territoriali intercomunali, che nelle intenzioni di Serracchiani avrebbero dovuto sostituire proprio le Province. Un’aggregazione di Comuni che, in realtà, è durata meno di una legislatura.

Per la gestione di settori quali l’ambiente, la viabilità, l’edilizia scolastica, un ente intermedio come la Provincia, in territori ampi ma molti diversificati come Udine, Gorizia, Pordenone e Trieste, appare necessario. Anche perché, negli anni di attività, più che un poltronificio politico, ha dimostrato di essere una valida palestra per quegli amministratori poi sbarcati nei Comuni, in Regione o in Parlamento. Oggi, buona parte della classe politica, appare impreparata e priva di esperienza: grazie alla permanenza nelle Aule delle Province, gli amministratori locali avrebbero la possibilità di “farsi le ossa”.

Per palazzo Belgrado, sede della Provincia di Udine, è passata anche Serracchiani. Ma evidentemente non ha vissuto una bella esperienza stando all’opposizione, visto che poi ha deciso di cancellare questi enti per compiacere l’allora segretario dem Matteo Renzi. Un errore che ancora oggi, i cittadini del Fvg, le rinfacciano.

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