Italia
Se la lotta alla criminalità si trasforma in crimine
L’inchiesta della procura di Perugia ha messo in luce una struttura interna alla Dna, utilizzata per manipolare e sfruttare le segnalazioni di operazioni sospette (Sos) per fini illeciti
La creazione della Dna, la Procura nazionale antimafia, voluta da Giovanni Falcone con l’obiettivo di combattere Cosa Nostra, sembrava essere un passo importante nella lotta contro la criminalità organizzata. Tuttavia, questa istituzione è ora al centro di uno scandalo, poiché è stata rivelata come crocevia di attività criminali di dossieraggio e manovre giornalistiche.
La procura di Perugia ha scoperto centinaia di accessi abusivi alle banche dati per creare dossier compromettenti e scoop mediatici, sfruttando segnalazioni provenienti dall’Ufficio antifrodi della Banca d’Italia. In questo articolo, esploreremo come la Dna abbia subito una deviazione dai suoi scopi originari e come ciò sia stato possibile grazie all’espansione incontrollata dei suoi poteri.
Una struttura di intelligence finanziaria fuori controllo
L’inchiesta della procura di Perugia ha messo in luce una struttura interna alla Dna, utilizzata per manipolare e sfruttare le segnalazioni di operazioni sospette (Sos) per fini illeciti. Questa struttura è diventata una sorta di centro occulto di intelligence finanziaria al di fuori di ogni controllo. La quantità impressionante di 160.000 Sos che giungono annualmente alla Dna è stata la benzina che ha alimentato questo motore deviato.
L’espansione dei poteri della Dna è iniziata durante la direzione di Franco Roberti, eurodeputato del Pd, ma ha raggiunto l’apice sotto il procuratore nazionale Federico Cafiero de Raho, ora deputato con i 5 Stelle. Il ministro grillino Adriano Bonafede ha poi contribuito all’espansione, creando una struttura di intelligence finanziaria senza alcuna base legislativa. Questo ha sollevato le preoccupazioni di numerosi procuratori, tra cui Francesco Greco, che ha denunciato i pericoli di questa operazione.
Il dossieraggio come strumento di attacco
L’uso distorto delle Sos ha portato a situazioni assurde in cui segnalazioni relative a persone non coinvolte in attività criminali sono state utilizzate per colpire il nemico di turno. Questo è avvenuto senza alcun rispetto per la legge o la privacy delle persone coinvolte. Persone come Guido Crosetto, esponente di Fdi, sono state vittime di dossieraggi ingiusti basati su informazioni private prelevate abusivamente.
Le informazioni riservate sono state accumulate per anni in una struttura di analisi delle Sos, permettendo così di scegliere quali dati utilizzare per colpire politici e personaggi noti. Il risultato è stato il danneggiamento di reputazioni e l’indebolimento della democrazia stessa.
La Commissione Antimafia: Una voce di denuncia
Chiara Colosimo, presidente della commissione antimafia ed esponente di Fdi, ha commentato il caso del dossieraggio sottolineando la necessità di una politica forte per contrastare chiunque cerchi di indebolire il legislatore. La commissione si prepara ad indagare su questa torbida vicenda una volta che il quadro investigativo sarà chiaro.
Colosimo sottolinea l’importanza della trasparenza e della verità e afferma che la commissione svolge un lavoro costante di ascolto, indagine e ricerca sul fenomeno mafioso criminale. Il suo obiettivo è rafforzare l’efficacia delle leggi antimafia attraverso una migliore comprensione del modus operandi del nemico.
Conclusioni
La deviazione della Dna dalla sua missione originaria è un segnale preoccupante della vulnerabilità delle istituzioni quando i poteri vengono ampliati senza un adeguato controllo legislativo. Il dossieraggio e le manovre giornalistiche illecite hanno danneggiato la reputazione di individui innocenti e minato la fiducia dei cittadini nello Stato e nelle istituzioni.
La lotta alla criminalità organizzata è una battaglia fondamentale per preservare la democrazia e la giustizia. Tuttavia, questa lotta deve essere condotta all’interno dei confini della legalità e del rispetto per i diritti fondamentali dei cittadini. Solo attraverso la trasparenza, la responsabilità e il controllo adeguato è possibile garantire che le istituzioni agiscano nell’interesse della giustizia e del bene comune.
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