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Opinioni

Marco Rizzo: «Dopo Covid e guerra, ora il sistema sfrutta la paura del clima»

La Repubblica lo ha definito «negazionista del clima», un’etichetta che l’onorevole Bonelli vorrebbe rendere un reato. Marco Rizzo parla al DiariodelWeb.it

Fabrizio Corgnati

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Marco Rizzo, esponente di Democrazia sovrana e popolare

Prima c’era la pandemia, poi la guerra. Ora la nuova emergenza che riempie le prime pagine di giornali e telegiornali si chiama clima. Cambia l’argomento, dunque, ma non i toni allarmistici dell’informazione e l’arroganza di chi pretende di silenziare tutte le voci dissonanti rispetto alla versione ufficiale. Il deputato dei Verdi Bonelli ha addirittura proposto di rendere il negazionismo climatico un reato penale. Chissà che cosa ne pensa chi è stato già accusato di questo presunto misfatto da più di una testata giornalistica, come Marco Rizzo, esponente di Democrazia sovrana e popolare. Ecco cosa ha risposto ai microfoni del DiariodelWeb.it.

Marco Rizzo, la Repubblica l’ha definita «negazionista del clima».
Quando Repubblica parla male, è sempre una medaglia.

Ma davvero lei nega il cambiamento climatico?
Il clima è sempre cambiato ed è vero che, probabilmente, in questi anni stiamo attraversando un riscaldamento. Però la storia ci insegna che il clima cambia rispetto al sole. Trecento milioni di anni fa il pianeta Terra era una palla ghiacciata, cinquanta milioni di anni fa la temperatura media era otto gradi più alta di quella di oggi. E non c’era ancora l’uomo, quindi non poteva esserci l’inquinamento industriale.

Dunque non sarebbe l’uomo a causare il riscaldamento mondiale?
Consiglio di leggere il libro «Dialoghi sul clima», che contiene i saggi di tutti i più grandi scienziati e climatologi, da Prestininzi a Prodi a Battaglia. Ma anche Zichichi lo ha detto, in un’intervista uscita ieri.

Tutti negazionisti?
Diciamo che il sistema, almeno dall’inizio del millennio, ha usato paure e criminalizzazioni per imporre il suo potere.

A cosa si riferisce?
All’inizio ci furono le Torri gemelle: la paura del terrorismo. La soluzione? L’invasione dell’Iraq. Ricorderete le armi di distruzione di massa presentate all’Onu dall’allora segretario di Stato americano Colin Powell: salvo poi, quando è andato in pensione, rivelare che era stato obbligato dalla Cia a dire quelle bugie. Però sono morti due milioni di persone.

Quello fu solo il primo passo.
Poi arrivò la paura economica, che ha lambito molto il nostro Paese. Lo spread, la stabilità, le lunghissime decisioni sul totem del 3% del rapporto deficit-Pil. Abbiamo visto che era solo una finzione: negli anni scorsi questo limite è stato ampiamente superato, arrivando al 6-7% e non è successo niente.

Quindi è arrivata la pandemia.
Lì la paura era forte, c’erano in gioco vita e morte. E, se qualcuno sollevava qualche appunto sulle scelte di politica sanitaria, veniva bollato come complottista. Questa etichetta viene utilizzata per silenziare qualunque atteggiamento critico. Quando poi si arriva alla guerra in Ucraina, ti prendi anche del putiniano. Ora, con il cambiamento climatico, del negazionista.

Adesso, però, si vuole fare un ulteriore salto di qualità. Un deputato, peraltro di sinistra, ha proposto di farlo diventare reato.
Bonelli. Cioè l’uomo che ha portato in parlamento Soumahoro. Non dovrebbe avere diritto di parola…

Però non è inquietante che si evochi con tanta tranquillità il reato di opinione?
Il mainstream genera mostri. È una forma di dittatura soft, un totalitarismo globalista liberista. Pensiamo alle istituzioni culturali, che oggi si mettono a parlare di green anche quando non c’entra nulla: sono obbligati, altrimenti non prendono i finanziamenti del Pnrr.

Appunto, ma siamo così convinti che la priorità per la spesa pubblica oggi sia quella della transizione climatica?
Assolutamente no. Ho visto le immagini di quei poveretti che hanno occupato la sede stradale in Romagna. Dovevano chiedere una cosa: finché non prendete i soldi destinati al green e ci fate ricostruire le strade, noi le strade non le avremo. Questo sta accadendo, ed è logico che sia così.

Come mai?
Perché c’è una volontà di riconversione forzata da parte del grande capitale, che ha esaurito la spinta propulsiva dell’economia tradizionale, e ora vuole guadagnare con il green. Loro, gli stessi che hanno inquinato il mondo. Il 70% dell’inquinamento mondiale viene dalle prime cento multinazionali.

Eppure i super ricchi non sembrano tanto interessati a cambiare le loro abitudini per smettere di inquinare, quanto a cambiare quelle del popolo.
Sicuramente, dobbiamo pagare tutto noi. È un’ecologia di classe. La colpa viene riversata su chi non fa bene la differenziata o chi lascia la luce accesa nel bagno. Loro girano con aerei privati e yacht da centinaia di metri, e ci si fotografano anche senza vergogna. Quanto consumano i mezzi di trasporto delle loro vacanze?

In compenso vogliono imporre le auto elettriche e il cappotto termico alle abitazioni.
Potrei capire in Finlandia o in Svezia, ma in Italia cosa ce ne facciamo? Chi ha i soldi dovrà pagare 40-50 mila euro per ogni appartamento, chi non li ha si vedrà ridurre il valore della propria casa. Per uno strumento completamente inutile.

Anche per contrastare l’inquinamento, insomma, bisogna individuare le vere cause.
L’inquinamento va contrastato eccome, ci mancherebbe. Ma perché fa venire il cancro, non per l’economia green. Questa è una follia.

Abbiamo parlato del ruolo del capitale. Ma quello della politica?
La politica non conta più niente, è il nulla. È stata sotterrata dall’economia e dalla finanza. Governano Bruxelles, Washington, la Banca centrale europea, il Fondo monetario internazionale.

E l’informazione che responsabilità ha?
Sono i carri armati di questo sistema. Il Covid era trasmesso a reti unificate dalle tv generaliste, dai telegiornali, dai talk show, a colazione, pranzo e cena, sempre con la stessa linea. Il 24 febbraio 2022 è scomparso, per lasciare il posto alla guerra. Alcuni virologi sono spariti, altri si sono tolti il camice per mettersi l’elmetto. Adesso c’è la terza emergenza: il clima. E le notizie sono rimaste le stesse.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Avatar

    Burt

    8 Agosto 2023 at 9:14

    Vangelo. Da uomo di (estrema destra) alle ultime elezioni, e dopo 30 anni di astinenza dal voto, ho votato lui.

  2. Avatar

    Elisabetta

    11 Agosto 2023 at 16:00

    Una sintesi semplice e perfetta.
    La domanda che ci si pone però: è come ci difendiamo da questo dominio assoluto e militaresco, oltre a votare DSP?
    Grazie per ciò che dice e saluti con il massimo rispetto.

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