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Segreteria PD: Ricci (e il partito dei sindaci) con Bonaccini, sinistra tra Schlein e terzo nome

I protagonisti ai nastri di partenza sono ormai quasi schierati – con Paola De Micheli che si propone come “vera novità” rispetto ai due contendenti più accreditati – e l’ultima vera decisione spetta ora alla sinistra Pd

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Stefano Bonaccini (© ANSA)
Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria PD (© ANSA)

Matteo Ricci si tira fuori, non si candiderà alla segreteria Pd e sosterrà Stefano Bonaccini e la sinistra del partito sembra sempre più indecisa su come affrontare il congresso democratico. Il sindaco di Pesaro era stato corteggiato per settimane da Goffredo Bettini e aveva ricevuto qualche apprezzamento anche da Andrea Orlando ma oggi, anticipando i tempi di una settimana, ha scoperto le carte, spiegando che sosterrà la corsa del presidente dell’Emilia Romagna, con l’obiettivo di “spostarlo più a sinistra”. Un appoggio che consolida il partito dei sindaci (insieme a Dario Nardella e Antonio Decaro) a sostegno di Bonaccini e che appunto crea qualche difficoltà tra quanti guardavano a Ricci come possibile terza via rispetto al presidente dell’Emilia e a Elly Schelin.

Solo un paio di giorni fa, a casa di Goffredo Bettini, buona parte della sinistra Pd (ma non c’era Nicola Zingaretti) aveva riflettuto sulle mosse da compiere. Alcuni – come i romani Roberto Morassut e Claudio Mancini – spingevano appunto l’idea di un terzo nome, che appunto avrebbe potuto essere Ricci ma anche Gianni Cuperlo e c’è chi vorrebbe vedere Enzo Amendola candidato a sfidare Bonaccini e Schlein.

Altri, come Giuseppe Provenzano, hanno insistito perché la sinistra Pd – unita – decidesse di puntare sulla Schlein, senza dividere il fronte che si contrappone a Bonaccini. La Schlein però non convince tutti, più d’uno a sinistra la giudica un po’ un’estranea rispetto alla storia Pd. Andrea Orlando, raccontano, non ha indicato un nome, ma ha insistito sulla necessità di tenere unita l’area che vuole riaffermare una identità di sinistra, socialdemocratica del Pd.

La rete di alleanze di Bonaccini

Di sicuro, Bonaccini sta pian piano costruendo una fitta rete di alleanze. Oltre appunto ai sindaci, il presidente dell’Emilia può contare su Base riformista e avrà anche il sostegno di diversi lettiani (ma non di Francesco Boccia). Domani, poi, terrà un’iniziativa con Michele Emiliano, che dovrebbe a sua volta annunciare il proprio appoggio. Con Bonaccini dovrebbe anche essere Piero Fassino e una parte di quella che era la corrente di Dario Franceschini. L’ex ministro della Cultura, invece, è al momento il più convinto sostenitore della Schlein tra i big.

“Elly – lamenta un esponente della sinistra – per ora tiene tutti alla larga. Bonaccini fa accordi, lei no. Non sarebbe stata male un’accoppiata Schlein-Amendola o Schlein-Ricci”. Ma, dicono dal giro della neo-deputata, è proprio questa la logica che non può essere accettata. L’idea degli accordi con le correnti, i patti con i maggiorenti del partito. Ma è anche il gioco di equilibrio più difficile per la Schlein: cercare di mantenere l’immagine della giovane fuori dai tradizionali giochi, senza però alla fine restare un po’ isolata, a dipendere solo dal voto “di opinione”. Perché, come spiega un esponente della sinistra, “se Bonaccini stravince nel voto degli iscritti poi diventa complicato pensare ad un ribaltamento del risultato alle primarie”.

Il quadro, in ogni caso, si va componendo. I protagonisti ai nastri di partenza sono ormai quasi schierati – con Paola De Micheli che si propone come “vera novità” rispetto ai due contendenti più accreditati – e l’ultima vera decisione spetta ora alla sinistra Pd: andare con un proprio nome o convergere sulla Schlein per non dividere il fronte anti-Bonaccini? Un rebus che dovrà essere definito nelle prossime settimane.

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