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Politica

Dossieraggio, la minaccia silenziosa alla democrazia

Spiоnaggio, ricatto e delegittimazione per condizionare la politica italiana. Un sistema occulto con collusioni tra politici, finanzieri e giornalisti. La Procura indaga, ma serve un impegno collettivo per la trasparenza e l’equità. Le forze politiche diano il buon esempio e non strumentalizzino le vicende.

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Banca dati e relazioni
Banca dati e relazioni (© Depositphotos)

Dossieraggio, ricatto, delegittimazione: sono queste le ombre che si allungano sulla politica italiana, evocando lo spettro di un potere occulto che mina le fondamenta della democrazia. Non più il tintinnio delle manette di Tangentopoli, ma lo spionaggio silenzioso, la raccolta di informazioni riservate per ricattare e condizionare. Un sistema che mette a rischio la libertà e l’autonomia di politici, vip e cittadini comuni.

Il caso del finanziere Striano, che ha spiato centinaia di persone attingendo a dati sensibili, è solo la punta dell’iceberg. Un sistema di dossieraggio che si avvale di collusioni tra ambienti politici, finanziari e giornalistici. Non è libertà di stampa la complicità con reati come l’accesso abusivo a sistema informatico. La vera libertà di stampa si basa sulla verità, non sul fango e la speculazione.

Le parole del procuratore Melillo sono chiare: “Le condotte di Striano difficilmente sono compatibili con logiche di deviazione individuale”. C’è una regia occulta, un sistema di relazioni che va scoperto.

La gravità dei fatti è estrema. Bisogna rafforzare la sicurezza dei dati e arginare la deriva autoritaria che mina la fiducia nelle istituzioni.

Le forze politiche, tutte sotto attacco, diano il buon esempio: non strumentalizzino le vicende, ma favoriscano l’accertamento della verità.

L’Italia ha bisogno di trasparenza, equità e di un vero equilibrio tra i poteri. Solo cosi si potrà evitare che la democrazia venga soffocata dal veleno del dossieraggio.

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1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    requis

    11 Marzo 2024 at 9:16

    Scusate l’ardire e fatemi capire. Come si può, oggi, chiedere collaborazione ai partiti se al tempo di Tangentopoli nessuno si è fatto avanti, allo scoperto o di sottecchi, per denunciare l’ennesimo colpo di stato da parte straniera ? Di fronte al nemico, persino aiutato da entità italiane, nessuno e tanto meno i nostri giornalai couch-potatos remunerati a peso di platino, s’è fatto avanti per salvare salvare la Patria. Non ridete, so che fa ridere ma non ridete comunque. Il guaio, o meglio uno dei guai che inguaiano il nostro Paese è lo scambiare l’ironia con il menefreghismo. Ciò che manca, a tutti i livelli, letteralmente, non è l’amor patrio ma, più semplicemente, il senso della Comunità. Vedremo se, in occasione delle prossime elezioni potrò essere smentito. Per favore non datemi del complottista-disfattista: quanto sopra è storia recente, non parto di fantasia.

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