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Per la Ferrari un GP cinese da dimenticare

Il GP della Cina ha messo in luce le difficoltà della Ferrari, che non ha raggiunto il podio nonostante le aspettative. Leclerc e Sainz hanno lottato con gomme e qualifiche, finendo quarto e quinto. Il team ora punta a miglioramenti urgenti per il prossimo GP a Miami.

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Charles Leclerc e Carlos Sainz
Charles Leclerc e Carlos Sainz (© Agenzia Fotogramma)

Il Gran Premio della Cina ha offerto spunti di riflessione non solo agli appassionati di Formula 1, ma anche a chiunque apprezzi un buon dramma sportivo, condito da una spruzzata di sarcasmo verso chi, come la Ferrari, sembra aver perso la bussola in un mare di aspettative gonfiate. A dispetto delle previsioni ottimistiche, la scuderia di Maranello ha subito una sonora lezione di umiltà, e non solo da parte del fenomeno Max Verstappen, ma anche dalla sorprendente McLaren.

Nonostante le dichiarazioni audaci pre-gara, con il team Ferrari che puntava al podio e sperava di sfidare almeno la seconda Red Bull di Sergio Perez, la realtà è stata ben diversa. Sul circuito di Shanghai, dove la Formula 1 non metteva ruote dal 2019, l’ultimo anno prima della pandemia di Covid-19, la “Rossa” ha visto le scie delle monoposto avversarie quasi come un miraggio lontano.

Testa basse e pedalare“, avrebbe probabilmente sussurrato il vecchio stratega Maurizio Arrivabene, ma sembra che il pedale fosse premuto più sulla frenata che sull’acceleratore. E così, invece di battaglie rocambolesche per la pole position, abbiamo assistito a una ritirata strategica nel mid-pack, con i piloti Charles Leclerc e Carlos Sainz più impegnati a non autoeliminarsi nella loro lotta fraterna, che a scalare posizioni.

Leclerc e Sainz, partiti con speranze di gloria, si sono dovuti accontentare rispettivamente di un quarto e quinto posto, una prestazione che sa più di sconfitta che di vittoria. “Ciò che abbiamo fatto al via ci è costato due posizioni, abbiamo perso tempo e poi lo abbiamo pagato caro”, ha amaramente commentato Sainz. Una frase che potrebbe tranquillamente riecheggiare nei corridoi di Maranello, come monito di un’opportunità mancata.

Non è mancata, invece, la consueta difficoltà della SF-24 a “digerire” la gomma hard. Un problema ricorrente che ha visto Leclerc lottare con tempi a giro consistentemente più lenti rispetto alla McLaren, quando non avrebbe dovuto essere così. A questo si è aggiunta la sfortuna di una Safety Car poco opportuna, che ha definitivamente affossato le speranze di un recupero.

E mentre la Ferrari cercava di capire come far riscaldare le proprie gomme, la McLaren di Lando Norris ha colto l’opportunità per brillare, mostrando che anche senza i riflettori puntati, si può ancora salire sul podio.

Il team principal Frederic Vasseur ha evidenziato un altro punto debole: la qualifica. “Partire così lontano non è ottimale,” ha dichiarato, notando come una partenza in sesta e settima posizione sia sinonimo di una gara trascorsa più a guardarsi le spalle che a guardare avanti.

Con il prossimo GP a Miami all’orizzonte, Leclerc e il team Ferrari invocano aggiornamenti salvifici, sperando che il vento della Florida porti con sé anche un soffio di competitività. La speranza, per il popolo di Maranello e per i tifosi del Cavallino rampante, è che questi aggiornamenti non siano solo un palliativo, ma un vero e proprio elisir di lunga vita competitiva.

In conclusione, la lezione del GP della Cina è chiara: il mondo della Formula 1 non aspetta nessuno, e nemmeno la storia o il prestigio possono garantire un posto sul podio. La Ferrari dovrà fare i conti con questa realtà, cercando di trasformare le delusioni in lezioni, e le lezioni in trionfi futuri. Soprattutto se non vuole che il sarcasmo degli osservatori diventi la norma, piuttosto che l’eccezione.

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